Michela Guazzoni
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La sterilizzazione nei gatti è sicuramente l’intervento più frequente nella pratica veterinaria. In questo articolo valutiamo quando farlo, perché è importante intervenire e quali possono essere gli effetti negativi secondari.
Sterilizzazione del gatto
Nel gatto maschio parliamo di orchiectomia, cioè l’asportazione dei testicoli.
È un intervento definitivo, poco invasivo e molto ben tollerato dal gatto.
Anche il recupero post operatorio è rapido.
Esiste la possibilità di rendere sterile il gatto anche legando solo i dotti deferenti che portano gli spermatozoi dai testicoli verso l’esterno.
Non è però una pratica comune in quanto non si prevengono o interrompono quei comportamenti tipici della maturità sessuale che portano alla necessità di intervenire:
- tentativi di fuga
- atteggiamenti di dominanza propri del gatto sessualmente stimolato - marcatura del territorio, aggressività.
Nella femmina parliamo invece di ovariectomia (come per la sterilizzazione della cagnolina) se asportiamo solo le ovaie o ovarioisterectomia se asportiamo anche l’utero (generalmente praticata solo nelle gatte che hanno già fatto cucciolate o tanti calori).
È anche questo un intervento di routine, poco invasivo e con un post operatorio non complicato.
Si può eseguire con una piccola linea di incisione sotto l’ombelico o con la tecnica laparoscopica.
In entrambi i generi si tratta di interventi chirurgici da eseguire in anestesia totale e sterilità, quindi come sempre ricerchiamo una buona pratica chirurgica e le opportune indagini preoperatorie.
Perché è bene sterilizzare il gatto maschio?
Se nel cane, maschio o femmina, esistevano validi motivi che ci potessero fare propendere per il si o per il no a seconda del soggetto, dello sviluppo fisico e psichico, nel gatto sappiamo che è sempre giusto e opportuno scegliere la sterilizzazione.
È innanzitutto fondamentale per
- controllare il numero delle nascite,
- combattere l’abbandono
- combattere il randagismo.
Con l’urbanizzazione, con l’abbondanza di rifugi e di spazzatura il numero dei gatti in città deve assolutamente essere controllato.
Con la sterilizzazione del gatto, sia di colonia sia di casa, abbiamo sicuramente solo effetti positivi.
Perché è bene sterilizzare la gatta femmina
La gatta è poliestrale stagionale, questo vuole dire che per tutta la stagione avrà un periodo di estro seguito da un altro a distanza di pochi giorni.
Con la sterilizzazione si prevengono nella femmina:
- le manifestazioni comportamentali tipiche di questa fase - nervosismo, miagolii, inappetenza, eventuali episodi di aggressività;
- la possibilità di fuga per cercare i maschi - con conseguente rischio di contrarre malattie infettive (Fiv e Felv), incidenti automobilistici;
- i tumori delle mammelle - che sono molto spesso maligni nella gatta;
- patologie dell’utero e delle ovaie.
Analogamente nei maschi eviteremo:
- le fughe - che spesso esitano con incidenti stradali, scontri con altri maschi con possibile trasmissione di malattie infettive virali (Fiv e Felv).
- le marcature della casa - con minzioni inopportune maleodoranti.
A che età sterilizzare i gatti?
Sia per il maschio che per la femmina l’età stimata più opportuna è circa 6/7 mesi, prima che vi sia la maturità sessuale.
Capita, occasionalmente di eseguire delle sterilizzazioni nella femmina che già manifesta segni ed atteggiamenti del calore.
Si preferisce, però evitarlo essendo in questo caso un intervento appena più delicato in quanto potrebbero aumentare i rischi di sanguinamento.
È vero che i gatti ingrassano dopo la sterilizzazione?
Un fondo di verità c’è in questa teoria in quanto la caduta degli ormoni sessuali può rallentare il metabolismo.
Come per il cane possiamo però scegliere una dieta a ridotto contenuto calorico, in commercio ne esistono in quantità.
Si può inoltre arricchire la casa con oggetti che stimolino le attività dei gatti distraendoli dalla ricerca costante di cibo che è molto spesso dovuta alla noia e alla ricerca di attenzioni anziché ad un reale bisogno.