parassiti esterni dei gatti quali sono

Gli ectoparassiti (parassiti esterni) del gatto sono numerosi e vanno gestiti a dovere, non solo perché procurano prurito e fastidiose lesioni cutanee, ma anche per altre conseguenze, tra cui quella di “trasportare” altri patogeni. Inoltre, alcune specie possono trasmettersi all’essere umano (zoonosi).
Non sottovalutarli, quindi, sia per Felix che per te. E bando al fai-da-te! Anche perché alcuni principi antiparassitari, come i piretroidi, sono utilizzabili sul cane ma tossici nel gatto. In questo articolo vediamo quali sono i più frequenti.

Parassiti esterni del gatto

Quali sono gli ectoparassiti da cui proteggerlo?

Pulci e Zecche

Tanto per cominciare, le zecche (Ixodes ricinus, Ripicephalus sanguineus, Dermacentor reticulatis) e le pulci (Ctenocephalides felis).

Queste ultime, oltre alla pulicosi da punture caratterizzata da prurito, lesioni da grattamento e papule (lesioni rilevate, solitamente coniche) potranno procurare anche la DAP (dermatite allergica da morso di pulce), reazione alla saliva del parassita che potrà anche generalizzarsi.

Non dimenticare, poi, che le pulci possono anche veicolare endoparassiti intestinali: è il caso del verme piatto Dipylidium caninum.

Non esistono solo pulci e zecche!

Acari

Vediamo insieme le acariasi feline più frequenti.

Otoacariasi (Otodectes cynotis)

Frequentemente sintomatica, ma non mancano i portatori sani.

Determina

  • otite eritematosa esterna
  • cerume
  • notevole prurito
  • lesioni da grattamento.

Può estendersi ad altre parti del corpo (collo, testa, coda, cosce…), con possibili complicanze fungine o batteriche, che comporteranno l’associazione di antibiotici ai farmaci antimicotici.

Buona la prognosi, se trattata, ma difficile l’eradicazione in ambienti affollati.

Cheiletelliosi (Cheiletiella blakei)

Acaro molto contagioso e frequente in luoghi affollati con numerosi gatti, predilige il pelo lungo.

Anche perché può trasmettersi all’uomo (zoonosi), è importante il trattamento ed evitare recidive.

Sarà opportuno trattare non solo gli animali con degli acaricidi, ma anche l’ambiente e materiali come cucce, giochi, ecc.

Acariasi meno frequenti.

Rogna notoedrica (Notoedres cati)

Rara nel gatto di casa, è più frequente nei randagi e può passare anche all’uomo.

Oltre a lesioni papulo-crostose, eritema e alopecia, è caratterizzata da tipiche lesioni che il tuo veterinario saprà riconoscere.

La rogna notoedrica nel gatto potrà essere anche fatale, se non trattata.

Demodicosi (Demodex cati, o D.gatoi)

Rara, colpisce sia i giovani che gli adulti, soprattutto con malattie sottostanti, come il diabete mellito.

La forma localizzata può evolvere verso la generalizzazione; il trattamento è topico; la prognosi, riservata.

Dermanissosi (Dermanyssus gallinae)

Parassita degli uccelli, può anche passare su gatto, cane e uomo.

Nei pet, oltre a lesioni cutanee e prurito, procura anche anemia in caso di infestazioni massive.

Per la dermanissosi è indicato il trattamento acaricida di animali e ambiente.

Trombiculosi (Trombicula autumnalis)

Frequente, in realtà, ma tende alla guarigione spontanea. Il trattamento acaricida può essere comunque indicato, sia sintomatico che preventivo.

Altre affezioni.

Pediculosi (Felicola subrostratus)

Questi pidocchi “frantumatori” raramente interesseranno il tuo gatto di casa, ma più spesso quelli in collettività.

Il trattamento efficace sui pidocchi è quello su tutti gli animali presenti, non sull’ambiente.

Prognosi comunque favorevole, ma non vanno sottovalutati.

Dermatofitosi (Mycrosporum canis)

Rappresenta la principale micosi dei pet, insieme alla sovracrescita dei lieviti del genere Malassezia spp., che comporta anche otiti.

Le lesioni micotiche, quando evidenti, sono eritematose e senza pelo e vengono trattate con farmaci antifungini.

La prognosi, quasi sempre buona, può diventare riservata in luoghi sovraffollati.

Attenzione soprattutto se hai un Persiano, che può essere “portatore sano” di dermatofitosi.

Il controllo delle malattie fungine è importante anche per la possibile trasmissione all’uomo, nonché ad altri pet.

Inferiore (quasi assente), il rischio zoonotico del lievito Malassezia spp.

Criptococcosi (Cryptococcus neoformans)

Altro lievito ubiquitario, procura un’infezione rara ma più frequente negli adulti.

Il trattamento è lungo e costoso (da 3 mesi a circa un anno).

La prognosi, tendenzialmente buona, diventa riservata in gatti affetti da virus immunodepressivi, ancor più in caso di coinvolgimento respiratorio.

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA (al dicembre 2020)

  • esccap.it
  • Vercelli A. (a cura di) MEMO-VET Medicina del cane e del gatto. II Ed. Milano: EDRA EV, 2017.