Allevamento serio di cani come riconoscerlo

Allevatori di cani e commercianti: quali differenze?

Il termine allevatore rievoca immancabilmente immagini di persone che per lavoro fanno nascere animali e li vendono, mettendo sullo stesso piano una cucciolata di chihuahua nati in centro a Milano con una stalla di bovini in campagna.

Niente è più lontano dalla realtà. 

Cosa dice la legge

Va precisato che ad oggi, in Italia, non esistono delle normative dignitose ed aderenti al contesto cinofilo, favorendo una notevole confusione e difficoltà di reperire informazioni.

Quando si decide di far entrare nella nostra vita un cane abbiamo le fatidiche due strade: di razza o  meticcio!

Per la prima opzione, il Decreto Legislativo n.529 del 30 Dicembre 1992 stabilisce che non possono essere proposti come “di razza” cani che non siano in possesso di un certificato genealogico ministeriale, volgarmente e dall’inglese, chiamato per comodità, pedigree.

Ben inteso nel nostro paese l’unico ente che emette i certificati ufficiali è l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana con sede principale a Milano (www.enci.it). Tutte le altre associazioni o simili emettono pedigree che non hanno valore davanti alla Legge.

Come riconoscere un allevatore serio in 10 punti

Se volessimo stilare una sorta di “10 comandamenti dell’Allevatore Cinofilo Serio”, per capire con chi abbiamo a che fare, potremmo farlo così:

  1. Non vendono i loro cani a chiunque
  2. L’ultima cosa che fanno parlando a telefono o per messaggio al primo contatto, è del prezzo
  3. Desiderano fortemente conoscere le persone che vogliono un loro cane, se dimostrano sincero interesse per il cane e non per il cucciolo
  4. Sono disponibili a farti vedere dove i cani vivono, che spesso corrisponde con la loro abitazione, raccontandoti ogni dettaglio sulla razza che hanno scelto, approfondendo e studiandola in continuazione
  5. Non vendono i loro cuccioli a chi vuole regalarlo ad un bambino o bambina, facendolo scegliere  proprio a loro
  6. Ci tengono molto a mostrarti i test che hanno fatto ai futuri genitori, sia esami per prevenire problemi alle articolazioni che malattie genetiche prevedibili perché legate alla tipologia di razza.
  7. Ti mostrano come i cani che allevano sono prima che campioni e riproduttori, i loro cani di casa. Che viaggiano con loro, ronfano mentre guardano la televisione alla sera.
  8. Fanno le cose in regola rispetto al Servizio Sanitario, quindi iscrivendo i cani all’Anagrafe Canina che è suddivisa per regioni.
  9. Curano la crescita e la salute, attraverso alimentazione corretta, interventi antiparassitari (esterni ed interni come la sverminazione!) e seguendo il protocollo vaccinale dettato da un medico veterinario professionista.
  10. Registrano regolarmente all’Ente Nazionale della Cinofilia, a volte possono anche avere un affisso, quindi hanno fatto richiesta di essere riconosciuti dall’ente, sottoponendosi ad ulteriori controlli specifici. Ben inteso avere l’affisso (trattasi di un nome che precede o segue il nome di ogni cucciolo che nasce) non può essere equazione di garanzia, ma è un fattore che qualifica la buona fede dell’allevatore, la sua continuità nell’attività e l’aver sottoscritto un codice etico e deontologico da rispettare.

Se vuoi leggere il codice etico deontologico puoi scaricarlo da qui.

Come riconoscere un allevamento “mercante di cani”

Esistono anche dei segnali che devono farci drizzare le orecchie, perché forse siamo in presenza di meri “scucciolifici” o mercanti di cani, che non si preoccupano del bene dei cani e della razza che propongono, ma soltanto dell’estratto conto.

Sono quelli che vivono “su” i cani a differenza degli allevatori seri ed appassionati che rientrano nei 10 comandamenti di prima, che invece vivono “per” i cani.

Ma andiamo per ordine:

  1. Hanno sempre disponibilità di cuccioli, tutto l’anno, con arrivi anche mensili… ( con la parola “arrivi” lo spettro delle importazioni è palese…)
  2. Non interessa cosa ci vuoi fare con il cane e perché lo vuoi, l’importante è la prenotazione che si può fare versando una caparra…
  3. La madre dei cuccioli non è mostrabile… (attenzione!!! campanello di allarme!)
  4. I termini che utilizzano sono approssimativi, sbagliano su nomi o dettagli
  5. Si offrono di portarti il cucciolo fino a casa, senza che ci sia stata una precedente conoscenza e incontri, o addirittura di spedirlo.

Come acquistare un cucciolo

Ricorda sempre che i cani non si comprano on line, mai!

Che si dovrebbero sempre pagare attraverso bonifico o assegno, per far si che ci sia una traccia.

Il prezzo di un buon cucciolo sano e ben allevato si aggira sempre intorno ai 1000 euro, variando ed aumentando rispetto alla tipologia e “lavoro” che c’è dietro.
Lavoro che il più delle volte dura anni, decenni, fatto di sacrifici, studi, investimenti, attese, viaggi, programmi e responsabilità. Tutte cose che possono essere fatte solo se alla base c’è una grande passione ed amore per i propri cani.

Consiglio sempre di firmare un contratto pre-acquisto tra privati, dove scegliere tempi e modalità,

Esistono allevatori seri che preferiscono portare loro il cucciolo nella nuova casa, per farlo ambientare meglio, magari facendosi accompagnare da un adulto.

Annunci di cuccioli da evitare

Nella lettura degli annunci, già possiamo intravedere la malafede:

ad esempio indicando l’iscrizione all’anagrafe canina, come fosse una cosa di valore...

Ricordiamo che l’inoculazione del microchip identificativo al cane, con la conseguente iscrizione all’Anagrafe Nazionale degli Animali d’Affezione, suddivisa per regioni, è obbligo di legge! Altrimenti si va in sanzione. 

Facoltativo invece è l’iscrizione ai Libri Genealogici Ministeriali, attraverso l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, quindi chiedendo il riconoscimento dei propri cani appartenenti ad una determinata razza, ovvero il pedigree ENCI-FCI.

Altri segnali possono essere:

  • Attenti a come è scritto l’annuncio sul web: scrivere male Pedigree, come “petigril” oppure “pitigre”.
  • Offrire cuccioli a prezzi di saldo a fine stagione,
  • pagamenti rateizzati 
  • proporre taglie e varietà non riconosciute, magari disfunzioni come nanismo o colorazioni del mantello correlate a patologie, come fossero rarità! Niente di più meschino! 

La sincerità in questi casi è proverbiale per non ritrovarsi in brutte disavventure.

Informatevi sempre prima:

www.enci.it

http://www.salute.gov.it/anagcaninapublic_new/home.jsp

www.fci.be